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GEO: come si fa? Una guida per ottimizzare e iniziare la tua crescita digitale

  • Immagine del redattore: Amadou
    Amadou
  • 23 apr
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 24 apr

In questo post abbiamo raccolto una sintesi dei primi 4 passi da fare per iniziare a ottimizzare i tuoi contenuti web e a renderli interessanti per Gemini e ChatGPT. Se vuoi adeguare le prestazioni di un sito alle esigenze dei motori di ricerca basati sull'Intelligenza Artificiale sei nel posto giusto.

Due androidi della serie Star Trek si guardano nei corridoi di una nave spaziale
SEO e GEO. L'androide Data con il suo perfido doppio, Lore. Dalla serie Star Trek: the Next Generation (1991-1997).


GEO: una definizione

Ricordare il significato dell'acronimo GEO ci aiuterà a tenere a mente gli obiettivi delle nostre strategie di ottimizzazione. G.E.O. significa Generative Engine Optimization: i processi che metteremo in campo saranno quindi dedicati ai motori di ricerca basati sull'Intelligenza Artificiale generativa. In parole povere:


capiremo come ottimizzare i contenuti web affinché possano essere individuati e compresi dalle AI – come Gemini, ChatGP... – per essere integrati nelle risposte che le AI danno agli utenti

Se non hai mai sentito parlare della GEO ti consigliamo di approfondire le nuove tipologie di ottimizzazione dando un'occhiata al nostro primo articolo dedicato alla serie: "GEO e AEO: cosa sono? Conosci le evoluzioni della SEO" cliccando sul pulsante qui sotto:



Un robot bianco è costruito da un braccio meccanico
Björk in versione androide nel video "All is full of Love" girato da Chris Cunningham nel 1999.


GEO: i 4 passi per ottimizzare


Come per il SEO tradizionale, anche per ottimizzare GEO non si segue una ricetta fatta di regole magiche e ingredienti predefiniti: si tratta di individuare una strategia personalizzata in base alla specifica situazione. Tuttavia, qualsiasi sia il tuo caso, è fondamentale prestare particolare attenzione a 4 azioni chiave; qui sotto troverai un breve elenco: non perdere i prossimi articoli per un approfondimento dettagliato di ciascuna voce.


  1. Cambia punto di vista: concentrati sul search intent degli utenti

L'arrivo delle AI nei motori di ricerca ha trasformato radicalmente gli atteggiamenti degli utenti e il loro modo di cercare informazioni nel web:


  • il linguaggio usato nelle ricerche non è tecnico, ma conversazionale

  • non si cerca più per parola chiave singola, ma per parole chiave a coda lunga, dettagliata, semantica


Conoscere i pubblici a cui ci rivolgiamo e sapere come potrebbero cercare i nostri servizi o prodotti è più che mai essenziale.

Un metodo per soddisfare il maggior numero di domande utente è iniziare a concentrarsi sulla creazione di una sorta di "FAQ": cosa chiederebbe qualcuno per cercare il nostro prodotto? E come lo cercherebbe? Per verificare le domande chieste più di frequente a proposito di un argomento, puoi servirti dei suggerimenti di Google che appaiono nella barra di ricerca ("le persone hanno chiesto anche...") oppure puoi usare gli eccellenti strumenti – a pagamento – proposti da Semrush per il Content Marketing.


Strutturare una FAQ research ci porta a sviscerare un argomento per conoscerlo alla perfezione e offrire le risposte a tutte le possibili domande.


Un maggiordomo seduto in auto guida un'auto con una signora facoltosa in abito giallo e cappello seduta sul sedile posteriore
Il maggiordomo Ambrogio conosceva alla perfezione il search intent della Signora in Giallo di Ferrero.


  1. Solo contenuti di qualità. Un altro acronimo: E.E.A.T.

Noi di Amadou diamo per scontato che i contenuti di un sito web siano sempre affidabili, autorevoli, competenti e frutto di esperienza. Ci sembra ovvio che un marchio faccia di tutto per dimostrare – alla luce di comprovata verità – le sue effettive qualità. Purtroppo, non sempre le persone si impegnano per essere oneste, nemmeno nel web. La buona notizia è che la rivoluzione delle AI potrebbe davvero mettere fine alla vita di molti furbacchioni truffaldini.


L'acronimo E.A.T. è comparso per la prima volta nelle linee guida di Google (Search Quality Rater Guidelines) nel 2014-2015 per indicare tre fattori chiave usati per valutare la qualità dei contenuti web, con l'obiettivo di fornire agli utenti informazioni affidabili, frutto di competenza – Expertise, autorevolezza – Authoritativeness, e fiducia – Trustworthiness.


Nel dicembre del 2022, Google ha aggiornato le sue linee guida e ai criteri di EAT si è aggiunta un'altra "E" per Experience - Esperienza: ora Google valuta se l'autore del contenuto ha una reale esperienza sull'argomento di cui scrive.


I parametri EEAT per la valutazione dei contenuti web sono strettamente relazionati agli sforzi per contrastare le fake news e le truffe on-line.

Già nel 2023, il Terzo Rapporto Ital Communication-Censis sulle Fake News dimostrava quanto gli utenti si sentissero minacciati dalla circolazione di disinformazione nel web: il 76,5% degli italiani intervistati riteneva che le fake news fossero sempre più sofisticate e difficili da scoprire. Il 20,2% credeva di non avere le competenze per riconoscerle e il 61,1% di averle solo in parte.



Due anni fa, il 75,1% della popolazione ha reputato che con l’Intelligenza Artificiale sarebbe stato sempre più difficile controllare la qualità dell’informazione, mentre per il 58,9% l’Ai sarebbe potuta diventare uno strumento a supporto dei professionisti della comunicazione


Le Intelligenze Artificiali dei motori di ricerca cercheranno di assisterci e suggeriranno solo quei contenuti che reputano affidabili.

Ecco perché nella redazione dei nostri contenuti dovremo mirare sempre più ad essere esaustivi, affidabili, competenti e trasparenti. Ci sono moltissimi modi per dimostrare l'elevata qualità di un contenuto – ammesso che lo sia davvero! – ne parleremo in un prossimo post.


Una bambola robot legge una storia a una bambina sul divano
La bambola-androide M3gan con la sua padroncina Cady nel film "M3gan" di Gerard Johnstone (2023).


3.Il parere degli altri conta: prenditi cura della Reputazione Digitale

Immagina che il tuo marchio – o il tuo servizio – sia come una persona. Proprio come una persona ha una reputazione nella vita reale, basata su ciò che dice, ciò che fa e ciò che gli altri dicono di lei, un marchio ha una reputazione digitale.


Essere affidabili significa essere credibili, essere sostenuti o consigliati da altri utenti

In parole semplici, la reputazione digitale di un marchio è come viene percepito il tuo marchio online: include tutto ciò che le persone trovano su di te quando ti cercano su internet e cosa dicono gli altri:

recensioni dei clienti, commenti sui social media, notizie, post di blog, discussioni sui forum.

Con una buona reputazione digitale le persone si fideranno del tuo marchio, lo rispetteranno e avranno un'opinione positiva. Una cattiva reputazione digitale, invece, potrà allontanare i clienti e danneggiare la tua attività.



Un barista robot umanoide serve da bere a due persone, un uomo e una donna, accomodati ad un bancone
Il barista-androide Michael (Arthur Sheen) serve Jennifer Lawrence e Chris Pratt nel film Passengers (2016).


4.E non dimenticare l'esperienza d'uso, sempre al primo posto

Se la qualità dei contenuti è un fattore determinante, non può essere diversamente per l'esperienza d'uso: un utente soddisfatto, che trova immediatamente quello che cerca e che naviga con piacere in un sito web avrà sicuramente un'esperienza memorabile, che lo renderà propenso a ritornare, a consigliare quel sito o quel servizio ad altri.


Se la cura dell'esperienza d'uso era già una priorità nella SEO tradizionale, assieme alla cura e alla manutenzione degli aspetti tecnici di un sito – come la velocità di caricamento dei contenuti o l'ottimizzazione per lo smartphone – oggi più che mai queste accortezze diventano uno strumento per farsi apprezzare non solo dall'utente, ma anche dall'Intelligenza Artificiale, il cui scopo ultimo è quello di soddisfare al meglio le ricerche dell'utente.



In Conclusione

Come avrai capito, l'argomento è davvero vasto e ciascuna voce meriterebbe le giuste spiegazioni. Prossimamente dedicheremo due diversi post su come fare Digital PR e EEAT.

Non perderti nel bosco, continua a seguire il Micelio di Amadou!

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Le fonti di questo articolo

Per scrivere questo post abbiamo studiato e letto con piacere:



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