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GEO e AEO: cosa sono? Conosci le evoluzioni della SEO

  • Immagine del redattore: Amadou
    Amadou
  • 19 apr
  • Tempo di lettura: 6 min

GEO e AEO sono i nuovi acronimi che descrivono due nuovi modi di ottimizzare i contenuti che produciamo per il web. Se vuoi iniziare a conoscerli e a capire come si differenziano dalla SEO, sei nel posto giusto: vieni piccola Alice, ti porteremo nel mondo delle Ottimizzazioni...


Un'illustrazione di Alice nel Paese delle Meraviglie con il brucaliffo che sbuffa gli acronimi SEO, GEO e AEO
Alice nel Paese delle Ottimizzazioni (secondo Imagen 3 di Google Gemini)


Cosa vogliono dire gli acronimi SEO, GEO e AEO


Svelare il significato degli acronimi è un buon punto di partenza per capire le novità con cui abbiamo a che fare da quando l'Intelligenza Artificiale ha iniziato a far parte delle nostre vite e di quelle dei motori di ricerca. Ecco una tabella per chiarire le differenze tra SEO, GEO e AEO in base ai loro obiettivi:

S.E.O.

Search Engine Optimization

Ottimizzazione per migliorare la posizione nei risultati delle pagine di ricerca

G.E.O.

Generative Engine Optimization

Ottimizzazione dei contenuti perché siano ben interpretati e integrati nelle risposte delle AI

A.E.O.

Answer Engine Optimization

Ottimizzazione dei contenuti affinché compaiano nei risultati delle ricerche vocali

la foto del robottino Vicky di spalle
Ora Super Vicky non dorme più nell'armadio, ma abita nel nostro smartphone. Lo avresti mai detto negli anni '80?


Le ottimizzazioni sono dinamiche e cambiano con noi


Se nel 2019 ci limitavamo a dare agli assistenti vocali istruzioni molto semplici – come la ricerca e la riproduzione di un brano, le previsioni del tempo o la trasmissione delle ultime notizie (dati di un'indagine di Celi / H-Farm, vedi l'articolo di G. Rusconi per il Sole24Ore, qui) – ciò che abbiamo chiesto ad Alexa nel 2024 documenta come è cambiata la tecnologia e il nostro modo di relazionarci ad essa.

Secondo la rivista GQ, abbiamo chiesto all'assistente virtuale di Amazon le informazioni più disparate, come l'età di personaggi televisivi, orari di partite di calcio o di quantificare il patrimonio di noti milionari.


Se noi di Amadou abbiamo dato un nome e una faccia alla nostra assistente virtuale – si chiama Nicoletta e la puoi vedere nella nostra pagina "Chi siamo" – anche per il resto degli italiani l'abitudine di trattare le AI in modo umano è piuttosto diffusa. Stando alla classifica di GQ:


tra le frasi di interazione che gli utenti hanno rivolto maggiormente alle AI spiccano "Ti voglio bene" – al quarto posto della classifica – e "buona notte", al terzo posto.

Una scena del film ex machina con un'androide
Alicia Vikander interpreta l'androide Ava in Ex-Machina, film di Alex Garland del 2015.


L'Intelligenza Artificiale influenza il nostro modo di stare in rete?


La risposta è: decisamente sì.


Pensiamo ad esempio al modo che avevamo una volta di cercare informazioni in rete: un solo motore di ricerca – diciamo, il più popolare... – ci permetteva di cercare e trovare notizie e informazioni. Abbiamo persino coniato un termine per definire questa azione: quante volte avrai detto – o avrai sentito dire – "l'ho googlato"? Nel 2008, il termine è persino entrato a far parte dei neologismi Treccani e Gemini – l'AI di Google – mi ha detto che la parola è stata anche riconosciuta dall'Accademia della Crusca nel 2016.


Se prima potevamo dire di aver googlato qualcosa, ora invece diciamo: "l'ho chiesto a ChatGPT" – oppure a Gemini, Alexa, Siri...

Il nostro rapporto con le AI si è trasformato in un rapporto colloquiale: ora chiediamo qualcosa con la nostra voce, oppure digitiamo domande, anche molto complesse, con la nostra tastiera usando il tono e il modo di scrivere che riserveremo a un nostro amico molto saggio.


Una scena del film blade runner con un androide
Roy Batty, il modello di androide combattente Nexus 6 impersonato dal Rutger Hauer in Blade Runner


Il nostro rapporto con le AI cambierà il modo di produrre contenuti per il web?


La risposta è: decisamente sì (ed è una bellissima notizia).


Chi non ha ancora compreso che gli intenti di ricerca degli utenti sono più importanti delle parole chiave e che Google premia la qualità dei contenuti d'ora in poi avrà la vita sempre più difficile.


Per noi che amiamo le cose ben fatte, autorevoli e senza inganni, questa è davvero una gran bella notizia: ci fa piacere sapere che saranno finalmente penalizzati tutti quei "professionisti" che con la SEO giocano sporco o quelli che non aggiornano le conoscenze SEO dal 2013 – epoca precedente a Google "Hummingbird" – e che comunque continuano a proporre e a far pagare cari il loro servizi. Sembra assurdo, ma non è per nulla infrequente imbattersi in chi esercita ancora pratiche di black seo magic o keyword stuffing (per conoscere il significato di questi termini leggi il nostro primo articolo, qui).


Quando scriviamo un contenuto per il web, non dobbiamo più immaginare di soddisfare solo l'utente in carne e ossa, ma dobbiamo anche farci capire dalle AI usate per cercare informazioni nel web.

Una foto in bianco e nero con una donna che indossa il costume di un robot dal set di un film negli anni Venti
Brigitte Helm con indosso il costume dell'androide Maria in una pausa dalle riprese di "Metropolis" di Fritz Lang (1927).

Parole chiave e Intelligenza Artificiale


L'evoluzione della forma delle nostre richieste digitate nei motori di ricerca può farci capire quanto sia importante rivedere e aggiornare le pratiche di ottimizzazione.


Il più delle volte, non ci limitiamo più a cercare un semplice servizio, magari in un luogo preciso (esempio: "pizzeria + Venezia"), ma aggiungiamo più dettagli che possano raffinare la nostra ricerca (es: "pizzeria buona a Venezia con opzioni vegan aperta oggi").


Ecco perché pensare di posizionare un contenuto usando solo una o due parole chiave oggi è del tutto assurdo.

Il grafico qui sotto è stato realizzato dall'agenzia di marketing internazionale Np Digital e mostra come sono cambiate le nostre abitudini in un decennio: le parole chiave non sono più composte da uno o due termini – come si usava molto nel 2013 – ma sono concetti articolati.


Un grafico a colonne che mostra gli andamenti della lunghezza delle parole chiave dal 2013 al 2024
Il grafico è stato condiviso dal celebre marketer Neil Patel in un post su Threads nel novembre 2024, vedi il post qui.

E poiché le nostre ricerche ora sono più articolate, dobbiamo adottare nuovi modi di comunicare, capaci di rispondere ai nostri quesiti e di farsi comprendere dalle AI. Quando scriviamo un contenuto per il web dobbiamo fare in modo che questo:


  • risponda e soddisfi le ricerche di una persona

  • sia comprensibile alle Intelligenze Artificiali

  • sia reputato all'altezza di essere un contenuto da suggerire


Ecco perché è indispensabile conoscere alla perfezione il prodotto – o servizio – di cui si parla e calarsi nella mente e nelle abitudini di chi, quel prodotto, lo cerca con diversi mezzi.

La foto della testa di un robot tratta del film Alien Prometheus
La testa di David 8, l'androide che debutta nella saga di Alien nel 2012 grazie alle fattezze di Michael Fassbender.


Perché è importante sapere cosa sono GEO e AEO?


I termini GEO e AEO saranno usati sempre più spesso: se li vedrai in un preventivo o ti saranno offerti dei servizi a pagamento per migliorare le prestazioni dei tuoi siti web forse sarà bene capire di che cosa si tratta e che cosa vorrebbero venderti. Sei d'accordo, no?


Avere un'infarinatura su come funzionano GEO e AEO, sapere quali possono essere le novità in campo di ottimizzazione o i significati delle nuove terminologie di settore è utile non solo ai professionisti, ma anche alle persone comuni che usano il web per raccontarsi: la conoscenza è sempre la prima arma per difendersi dalle truffe.

L'argomento delle ottimizzazioni per le AI ci sta appassionando moltissimo e così abbiamo deciso che dedicheremo diversi post alle strategie e alle azioni da mettere in campo per ottimizzare in maniera ancor più efficace i contenuti che pensiamo di pubblicare nel web.



In Conclusione

Ti invitiamo non perderti nel sottobosco della comunicazione: continua a seguire il nostro blog – Micelio – per scoprire i prossimi passi da fare per aggiornare la tua conoscenza delle ottimizzazioni o per iniziare a capirci qualcosa.

Se vuoi sapere quando uscirà il prossimo post di Micelio, clicca sul pulsante qui sotto e segui il canale Telegram di Amadou:







Le fonti di questo articolo

Per scrivere questo post abbiamo studiato e letto con piacere:





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