Influencer e Content Creator sono efficaci nel mondo della ristorazione o sono solo "scrocconi"?
- Amadou
- 8 mag
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 10 mag
Molte persone faticano ad accettare il lavoro di Influencer e Content Creator nell'ambito della ristorazione e le polemiche – come quelle del 2023 di chef Usai o Gennaro Esposito – non fanno che alimentare i pregiudizi. Se vuoi scoprire se i Creator del mondo del cibo offrono qualcosa in più rispetto al semplice intrattenimento, sei nel posto giusto.
Alle radici dell'odio.
Perché chi crea contenuti sul cibo non è apprezzato dagli chef
I pregiudizi verso i Creator che si occupano di assaggiare e raccontare il cibo, nel web hanno radici lontane: in un articolo apparso nel 2009 – quando al posto di Instagram c'era Fotolog – Carlo Cracco ci teneva a dire di non considerare il "fotografare i piatti al ristorante un’evoluzione positiva. Giudicare un piatto che viene soltanto fotografato è assolutamente riduttivo". A proposito dei food-blogger, il futuro giudice di Masterchef (edizioni 2011- 2017) metteva in guardia i lettori sull'onestà e sulle capacità di analisi dei Creator, affermando:
"ci sono tante persone che vogliono solo mettersi in mostra, il modo più semplice è sputare sentenze, molto forti e non sempre realistiche".
Dieci anni fa, nel 2015, uno chef svedese confessava alla rivista «Vice» il suo odio per i presuntuosi food-blogger:
"si sentono come se meritassero un trattamento speciale semplicemente perché scrivono di cibo ed esercitano un sacco di potere. Alcuni hanno migliaia di fan sui social media e possono letteralmente distruggere il tuo ristorante con un singolo tweet".
Incalzato dall'intervistatore, l'anonimo chef svedese chiudeva il suo pensiero dicendo che il suo punto di vista era condiviso dalla maggior parte degli chef in tutto il mondo, ma che molti sarebbero stati riluttanti a dirlo ad alta voce.

Più recentemente, nel 2023, lo chef stellato Daniele Usai ha reso pubblica sui suoi social la richiesta di un gruppo di Content Creator (tra le 5 e 7 persone) desiderosi di visitare il suo ristorante. La proposta di collaborazione era un semplice baratto: cena gratuita per l'intero gruppo in cambio di promozione online. Offeso dalla richiesta, Usai ha sottolineato come il suo ristorante vantasse il doppio dei follower di una delle Creator coinvolte e ha concluso amaramente, in un'intervista al Corriere, di aver condiviso suoi social la mail con la proposta di collaborazione per "lanciare un messaggio ai miei colleghi contro questo meccanismo che ha del perverso".
Chi non conosce, disprezza?
La "bolla che scoppia" e l'apocalittica fine degli Influencer
Sempre un decennio fa, opinionisti e giornalisti ostili all'ascesa dei Creator e della Creator Economy iniziavano a proporre ai lettori le loro iettature e previsioni nefaste.
La teoria dell'apocalittica 'fine' degli Influencer circolava in rete ben prima che Chiara Ferragni cominciasse ad avere i suoi guai.
Basta googlare “bolla degli Influencer” per ritrovarsi nella prima pagina della SERP titoli come “È una bolla, quella degli Influencer, che speriamo scoppi presto”, parole di Domenico Naso del 2016.

Nel 2019, i dubbi li sollevava Enrico Verga nel Sole24Ore, fino al più recente articolo della redazione di Mediatrends, che nel novembre 2024 profetizzava la fine della bolla a causa dell’incremento dei Creator a discapito della diminuzione del guadagno e dell'avanzata delle AI.
Nonostante le malelingue, nel 2025, il mercato del Content Making pare essere ancora in ottima salute:
una recente ricerca di Sensemakers - Comscore documenta l'accrescimento dell'efficacia dei Micro Influencer, mentre le proiezioni di Goldman Sachs al 2027 stimano che il mercato totale della Creator Economy potrebbe raddoppiare, raggiungendo i 480 miliardi di dollari entro il 2027
Se vuoi saperne di più sulla Creator Economy, leggi il primo articolo della serie >> qui <<
Una verità amara da accettare:
il post di un Creator è davvero più efficace di quello di un ristoratore
Ben lontana dall’assumere le forme di un bubbone pronto a scoppiare, in questi anni la Creator Economy ha stimolato esperti di vari settori a intrecciare studi sull'efficienza dell'operato dei Creator. Una di queste ricerche è stata prodotta dall’Università di Lisbona nel 2022 per cercare di capire come gli Influencer e i Content Creator nella ristorazione riescano a:
• influenzare o meno la scelta di un ristorante
• differenziarsi nella loro comunicazione e nei risultati rispetto ai ristoratori
Attraverso un'analisi qualitativa (un focus group) e uno studio quantitativo (un questionario), la ricerca di Lisbona ha cercato di comprendere che tipo di contenuti devono essere condivisi per essere persuasivi e accendere l’interesse nei pubblici.
Non si tratta semplicemente di una gara di numeri, dove un Creator sui social potrebbe superare un locale in termini di follower. La chiave non è solo quantitativa, ma qualitativa: il legame con una comunità fidata, la credibilità e la stima che derivano da un commento disinteressato. A differenza del ristoratore, naturalmente incline a promuovere la propria offerta con contenuti "migliorati" per esaltarne l'aspetto, il Creator parla con la libertà di chi non ha nulla da perdere.
In conclusione
Un numero crescente di ricerche e studi conferma l'impatto positivo delle attività dei Content Creator, anche nella ristorazione, sulla promozione e la comunicazione, aprendo a risultati che altrimenti sarebbero difficilmente raggiungibili dai locali.
Se desideri approfondire lo studio dell'Università di Lisbona e scoprire quali contenuti sono più efficaci per persuadere e coinvolgere il pubblico e perché, non perdere il prossimo post di Micelio, parte di questa serie dedicata ai Content Creator.
Le fonti di questo articolo
"Troppi Creator, pochi guadagni: la fine della bolla dell'Influencer marketing è vicina?" Mediatrends, 6 novembre 2024.
Bernardi, B. "Perché tutti i cuochi odiano i blog?" Dissapore, 5 ottobre 2009.
Jorge Fonseca Anjos, C. Marques, S. "The Impact of Instagram Influencer Marketing in the Resataurant Industry." International Journal of Service Science, Management, Engineering, and Technology Vol. 3 no. 1 DOI: 10.4018/IJSSMET.297496
Moore, I. "Food blogger are the Devil's spawn." Vice, 26 November 2015.
Moro, B. "Lele Usai. Lo chef stellato (ri)dice no a un gruppo di food blogger scroccone: «È un meccanismo perverso»." Corriere della Sera, 31 gennaio 2023.
Naso, D. "Chi sono davvero gli influencer? Cialtroni. Di dimensioni cosmiche. Convinti di poter vivere di vuoto social, di selfie e di markette." FQMagazine, 21 aprile 2016.
Santamaria, E. "Influencer 'scrocconi'. Lo chef Gennaro Esposito: «Capita tutti i giorni»." Italiaatavola.net, 14 febbraio 2023.
Susca, D. A., Spurio, A. "Audience, social e nuove forme di intrattenimento." Presentazione tenuta al convegno "Influencer Marketing", Milano Teatro Parenti, 12 novembre 2024.
Verga, E. "Esiste una bolla degli influencer? Chi e quando li spazzerà via?" IlSole24Ore, 6 settembre 2019.
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